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Il buio si arrampica… parlare ai bambini dei fatti di Parigi tenendo la porta aperta
Come parlare ai bambini dei mali del mondo? È difficile trovare le parole e cercare di rispondere alle loro domande quando noi stessi siamo sovrastati dalle domande. Ma il silenzio è la scelta peggiore.
Dopo i fatti drammatici di Parigi che ci vedono sgomenti e ammutoliti, in cerca di spiegazioni che non possiamo trovare di fronte ad atti di disumanità priva di senso, ci troviamo ancora una volta a dover parlare ai bambini dei mali del mondo. Quali domande si pongono, e ci pongono? Quali fantasmi trovano posto di fronte all’incomprensibile follia degli uomini? Quali risposte possiamo cercare di dare?
Vogliamo offrire alcuni suggerimenti e proposte tratti dalle pagine o dai siti, consapevoli che il silenzio è la peggiore delle scelte. Perché il silenzio ingigantisce ulteriormente l’orrore e lo rende invincibile . E permette al buio di arrampicarsi sulle tende e di entrare dentro casa e dentro il cuore, come scrive di seguito Sara. E bene ha fatto il MIUR a invitare le scuole e le università a dedicare almeno un’ora alla riflessione e allo scambio : “I nostri ragazzi hanno il diritto di sapere, di sconoscere la storia e di capire da dove nasce ciò che stiamo vivendo in queste ore”. E a condividere la parola d’ordine “Porta aperta”, lanciata sui social network dai cittadini di Parigi subito dopo gli attentati terroristici per offrire un riparo a chi era terrorizzato. “Porta aperta” deve essere anche la nostra risposta educativa. Non possiamo chiuderci nelle nostre paure, ma dobbiamo rivendicare con forza il diritto alla libertà e alla convivenza nel reciproco rispetto. E comunicare questo ai bambini.
Di seguito, quindi, alcuni articoli, strumenti o post che possono aiutarci a riflettere.
Ma prima vogliamo diamo voce ai bambini che si raccontano e ci raccontano il mondo dal loro punto di vista con due poesie tratte dal libro
Ma dove sono le parole?
a cura di Livia Chandra Candiani e Andrea Cirolla, particolarmente pregnanti e adatte alla circostanza.
Il buio si arrampica
Il buio si arrampica
sulle mie tende
e fa scattare
l’antifurto della malinconia.
(Sara, otto anni)
Quello che resta
Nel mio paese resta ancora la guerra
resta la morte e la paura.
Quando lascio i miei amici
mi resta la loro delicatezza.
Quello che resta del mondo nel mio cuore
è felicità e tristezza.
(Baraa, dieci anni, siriana)
Strumenti utili
- Igiaba Scego, Non permettiamo ai terroristi di farci vivere a metà .
- Su www.monquotidien.fr e www.lepetiquotidien.fr oggi ci sono domande e riposte per i più piccoli. Per domani è annunciato un inserto.
- Graziella Favaro, Pace è non avere paura e Parlare ai bambini dei mali del mondo
- I fatti di Parigi raccontati ai bambini, la psicoterapeuta: "Rassicurare e farli disegnare"