Lingue e linguaggi per non essere stranieri. Il 15 e 16 ottobre a Prato il XVIII convegno nazionale dei Centri interculturali
Il convegno annuale dei Centri interculturali rappresenta per molti operatori scolastici, culturali, sociali, per i volontari e i decisori pubblici un appuntamento consueto e atteso per scambiare idee e pensieri; condividere prassi e azioni; trasferire aspetti innovativi e modalità di lavoro sperimentati in contesti diversi. L'appuntamento è per il 15 e il 16 ottobre a Prato. Graziella Favaro illustra per tutti i lettori il senso e i temi principali del convegno.
È la lingua che ci fa uguali
don Milani
È avvenuta in questi anni in Italia una diffusione importante e quotidiana della nostra lingua, le cui parole oggi permeano in maniera profonda gli spazi della dimora degli immigrati e i tempi del contatto e degli scambi fra autoctoni e stranieri. L’italiano ha assunto - in termini di uso, valore, contributo alla costruzione dell’ identità - peso e importanza differenti per i diversi soggetti della migrazione: per i piccoli e per gli adulti, per i nati in Italia e per coloro che vi giungono ad un certo punto della loro vita; per i singoli e per le famiglie.
L’italiano nelle situazioni multiculturali
presenta dunque oggi volti e caratteristiche diverse che vanno esplorate e approfondite.
Al tempo stesso, altre parole, accenti e alfabeti hanno fatto la loro comparsa e sono diventati visibili nelle nostre città, mentre la situazione di bilinguismo si va diffondendo fra i bambini e i ragazzi “nuovi italiani”.
Il tema della lingua - o meglio delle lingue e dei linguaggi diversi - è al centro dell’
incontro annuo dei Centri interculturali che si svolge a Prato
, in una città altamente significativa che ha fatto della convivenza plurale e dell’accoglienza tratti della propria identità.
Il tema verrà esplorato attraverso riflessioni e proposte e attraverso la presentazione e lo scambio di progetti, esperienze, materiali operativi.
Lingua da apprendere e da insegnare; lingue da mantenere e da scambiare; linguaggi da innovare e praticare insieme: tutto ciò per
dare parola e voce al cammino di inclusione positiva
nella città plurale e nella scuola multiculturale.
Graziella Favaro